Sicily Food

Venerdì, 30 Ottobre 2015 08:51

Intorno al 1890, in conseguenza del perdurare della crisi della gelsicoltura, sulle pendici della media e alta collina si assistette alla diffusione di un altro protagonista del paesaggio agrario nebroideo, ossia il nocciolo; questa coltura, già presente in passato nel territorio tortoriciano, grazie alla sua facilità di adattamento, al suo apparato radicale molto fitto e quindi atto a prevenire l'erosione del suolo, e ovviamente alla sua produttività, riuscì a sostituire degnamente la coltura del gelso. I noccioleti, estesi circa 12 mila ettari e con un vastissimo patrimonio genetico, forniscono produzioni pregiate soprattutto dal punto di vista qualitativo. Tra le cultivar principali si ricorda la Curcia, la Carrello, la Ghirara, le diverse Minnulare. Largamente impiegate nella pasticceria locale, per la preparazione di ottimi gelati, semifreddi e dolci caratteristici quali: la pasta reale, i croccantini, il torrone e i rametti.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 08:44

Sui Nebrodi vi è un'eccezionale ed unica varietà di piante ed alberi, basta pensare che in soli 30 minuti si passa dal livello del mare a 1.500 metri d'altezza. Praticando un'apicoltura di tipo nomade, oltre che stanziale, si ha la possibilità di approfittare di continue e diversificate fioriture durante il corso di tutte le stagioni con la possibilità di produrre miele di altissima qualità utilizzando "pascoli" quanto mai diversificati che vanno dall'agrumeto, al castagno, all'acacia, all'eucalipto, agli alberi da frutta in genere e ad un eccezionale mille fiori di montagna. 

Il miele che se ne ricava è un prodotto genuino e gustosissimo che si assaggia al naturale o accompagnato e legato ad altri prodotti tipici quali frutta secca (pistacchio, nocciole, noci, mandorle), formaggi, o altrimenti costituisce la base per dolci e pietanze.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 16:36

Sulle pendici dell’Etna esiste un’interessante produzione di varietà autoctone di mele, spesso in coltivazione biologica. Il melo è tra le specie più rappresentative della frutticoltura del territorio etneo, dove è relativamente più diffusa che in altri contesti della Sicilia. Tale diffusione è da mettere in relazione con la sua ampia adattabilità agli ambienti più freddi, ciò che ne consente la presenza lungo le pendici del vulcano, a quote più elevate rispetto agli altri fruttiferi. I comuni più interessati alla coltivazione sono Pedara, Nicolosi, Ragalna, Biancavilla, Adrano sul versante sud-occidentale e Zafferana, Milo e Sant’Alfio su quello orientale, tutti in provincia di Catania. Il panorama varietale è dominato da numerose cultivar locali, in atto rivalutate sul mercato in funzione delle pregevoli caratteristiche di qualità espresse dal relativo prodotto. Molto apprezzate sono, ad esempio, le mele Cola, Gelato e Gelato Cola ad epicarpo bianco-crema, di cui abbiamo detto sopra; il quadro delle cultivar ad epicarpo rosso è meno definito per la più massiva presenza di varietà di introduzione anche recente. Accanto a quelle ricordate, numerose altre cultivar locali si rinvengono ancora sull’Etna e rappresentano un patrimonio genetico meritevole di essere raccolto, descritto e conservato. Le cultivar Maladeci, Testa di Re, Lappiona, Regina, Rotolo, Lappio, Cardillo, Granadina, Zuccareddi, sempre più difficili da reperire, fanno riferimento a tale vasto patrimonio con il quale si è espressa, ed in parte si esprime ancora, la coltura del melo sulle pendici del vulcano. Esse, però, rischiano di essere perdute; ai tradizionali impianti basati su tali cultivar locali negli ultimi decenni si sono, infatti, affiancati, ove consentito dalle condizioni morfo-pedologiche, quelli realizzati con le moderne varietà e con protocolli di coltivazione più razionali. La stagione della raccolta va dalla fine di settembre-prima metà di ottobre fino a novembre se i meleti si trovano ad altitudini elevate (sopra i 1.400 metri).

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 16:01

E' un blocco di formaggio dalla forma cilindrica e un peso che va dai 10 ai 18 chili. E' uno dei più grandi pecorini d'Italia, pare che risalga al Seicento, sia per la struttura che per la qualità ed è notevole anche la sua attitudine alle stagionature prolungate. Si produce da febbraio fino alla seconda decade di giugno in piccolissime quantità, lavorando latte crudo di pecora, con un'aggiunta del 30% circa di latte di capra, unendo caglio in pasta di capretto o agnello. La tecnica di realizzazione molto complessa e la lunga stagionatura rendono i costi di produzione alti rispetto al mercato. Il (Maiorchino) pecorino, quindi, sta rischiando di scomparire.

Curiosità: Ancora oggi, il martedì a Carnevale, a Novara di Sicilia in alcuni comuni che lo producono, si effettua con le forme stagionate la tradizionale "ruzzola": i pastori gareggiano facendole rotolare lungo il pendio della via principale del paese.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 15:31

Fragole, Fragoline di bosco, Mirtilli, Lamponi, More e Ribes bianchi e rossi, vengono coltivati sui monti Nebrodi nel periodo primaverile - estivo. 

Si tratta di frutti ricchissimi di vitamine e di proprietà salutistiche che da sempre crescono, spontaneamente nei boschi e che da un decennio vengono coltivati in pien'aria.

I Frutti di bosco, le Fragole e le Fragoline rappresentano, per l'aspetto, i colori, il profumo inconfondibile e le innumerevoli qualità intrinseche, un prodotto di nicchia di sicura eccellenza. Gli Arabi definirono i Nebrodi "un'isola nell'isola" perché essendo caratterizzati da un paesaggio ricco di boschi, pascoli d'alta quota, laghi e torrenti, contrastano con l'immagine più comune di una Sicilia arida ed arsa dal sole. Lamponi, Mirtilli, Ribes e Fragoline trovano in questi luoghi le condizioni di sviluppo ideale e rappresentano una prospettiva per l'agricoltura di montagna che, necessariamente ed in modo consapevole, si accosta a modelli produttivi integrati col territorio, il paesaggio ed il tessuto socio-economico.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 15:27

La produzione delle fragole ha reso Maletto famosa nel mondo: gustare una fragola di Maletto significa fare il pieno di un profumo e di un gusto che solo queste terre riescono ad infondere al rosso e polposo frutto. Maletto è un piccolo comune in provincia di Catania, posto sulle pendici settentrionali dell’Etna tra Bronte, Maniace e Randazzo un territorio ricco di storia , ricco di casali storici di sapori antichi, un territorio suggestivo ,ricco di boschi e di terreni sciarosi, praticamente ancora quasi incontaminato. Dal 1950 in questa terra furono impiantati i primi fragoleti ,in terreni lavici sicuramente molto fertili, tanto fertili che non fu mai necessario dover utilizzare concimi sintetici. Quando poi queste terre iniziarono ad impoverirsi per puro caso furono scoperte diverse sorgenti sotterranee ricche di Sali minerali. Il clima e la terra conferiscono a questi frutti un sapore unico. Gustare una fragola di Maletto oggi significa fare un’esperienza sensoriale il frutto è particolarmente rosso, polposo, profumato e dolce. Tre sono le varietà di fragole coltivate la Fragolina, Fragraria Vesca, molto usata in pasticceria,la Madame moutho una fragola molto grossa e succosa, e la rifiorente che consente ai produttori la raccolta dei frutti, undici mesi all’anno. La posizione geografica, il clima fanno si che Maletto punti le sue carte sullo sviluppo del turismo e,in particolare dell’agriturismo. La campagna è ricca di antichi casali che racchiudono parte della storia di questo antico paese etneo. La produzione della fragola ha reso Maletto famosa nel mondo .La scoperta di acque sotterranee nella zona a valle dell’abitato e la presenza di numerosi pozzi hanno permesso la coltivazione della cosiddetta fragolina utilizzata nell’industria dolciaria. La piantina di fragola che nasce spontaneamente nei boschi viene trapiantata pieno campo senza altri procedimenti artificiali di maturazione che ne possono alterare le caratteristiche organolettiche .Ciò conferisce alla fragola di Maletto una straordinaria squisitezza e fragranza. Oggi questo prodotto è presente nei mercati ortofrutticoli italiani ed esteri ed è molto ricercato. Gustare una fragola di Maletto significa fare di un gusto che solo queste terre riescono ad infondere al rosso e polposo frutto. 

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 15:23

Il fico d’India (Opuntia Ficus indica) è una pianta originaria dell’America, che attualmente cresce spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 14:34

Intensamente pigmentato "U cauli sciuri russu du Moiu" è una varietà locale che trae vantaggio dal gradiente termico delle aree pedemontane etnee (forte escursione termica giorno-notte) che ne favorisce la sapidità organolettica e la pigmentazione antocianica. E' in atto un' intensa attività di valorizzazione/tipicizzazione, sostenuta dall'Università di Catania, dall'Ente Parco Fluviale dell'Alcantara e dall'Amministrazione Comunale di Mojo Alcantara. Le caratteristiche salutistiche della brassicacee qui sinergizzazione la qualità ambientale dell'area protetta, rendendolo un prodotto ricercato dal consumatore e dall'agricoltore (materiale vivaistico).

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 14:32

La cassatella di Agira è un dolce di origini molto antiche, elemento essenziale della cucina tradizionale agirina. Risulta difficile documentare la storia della casatella perché non esistono fonti scritte a riguardo. Le fonti orali che si possono ottenere sul territorio di Agira, sono perciò relative ad una conoscenza empirica dell’argomento e spesso si riferiscono ad un periodo di tempo abbastanza limitato, coincidente con le esperienze personali dell’artigiano. Almeno nella sua versione più antica oggi scomparsa chiamata pasticciotto, possedeva forma circolare ed era caratterizzata da un bottone posto al centro del disco superiore, quasi a ricordare un altro dolce siciliano, le minn ‘e vergine, dolce dedicato a Sant’Agata. Nella millenaria storia di Agira, la cultura che senza dubbio ha influito maggiormente sulla nascita della cassatella di Agira è quella spagnola alla quale si sono aggiunti elementi agropastorali e baronali, commistioni ricche e povere che avrebbero fatto convergere nella tradizionale cassatella di ricotta elementi nobili come mandorle e cacao, con la farina di ceci ad adempiere a ruolo di condensante naturale, ampiamente disponibile ed economico del ripieno. Un’ipotesi suggestiva sulla quale non abbiamo documenti storici a conforto, ma del tutto compatibile con gli elementi a nostra disposizione.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 14:01

In Sicilia come in tutto il Meridione d'Italia, il capocollo è il salume (chiamato coppa nelle regioni del Nord) che si ricava dall'omonimo taglio suino, corrispondente ai muscoli della parte dorsale del collo. Dopo essere stato disossato, sgrassato e rifilato, il pezzo di carne è lasciato per una decina di giorni a insaporirsi in una concia di sale, pepe e altri aromi naturali. E' quindi insaccato in budello di maiale, legato e trasferito in ambienti freschi e arieggiati, dove resta almeno un paio di mesi. Alcuni produttori lo sottopongono anche a una leggera affumicatura.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 13:59

E' un formaggio di latte misto vaccino-caprino, che viene riscaldato a 37 gradi, collocato in una tina di legno, addizionato di caglio in pasta e versato in canestri di giunco che danno una particolare modellatura alle forme. Queste sono pressate a mano, aggiungendo a volte grani di pepe o fiocchi di peperoncino. 

Quindi si procede alla scottatura a 80 gradi della cagliata, che andrà ad asciugare su tavolieri di legno. Il giorno dopo si sala a secco con sale marino, fino a quando il formaggio non ne assorbe più e si crea sulla forma uno strato di sale. I canestrati vanno poi in stagionatura in cantine o grotte naturali, dove restano per un periodo variabile a seconda del grado di affinamento che si vuole raggiungere.

 

Giovedì, 29 Ottobre 2015 09:35

 L’arancia, in quanto agrume, presenta alti contenuti di vitamina C o acido ascorbico potente antiossidante e importante per l’assorbimento del ferro,per la produzione dei globuli rossi, per la guarigione di ferite e fratture ossee, per il mantenimento in buona salute di denti e gengive. Le tre varietà di Citrus sinensis (Moro, Tarocco e Sanguinello) che crescono solamente in Sicilia differiscono dalla varietà di arance bionde per la presenza di pigmenti rossi chiamati antocianine, con forte azione antiossidante, utili in tutte quelle condizioni fisiopatologiche caratterizzate da un eccesso di produzione di radicali liberi come stress, sforzi fisici, uso di tabacco.