Sicily Food

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:22

Il Prosciutto crudo di suino nero si ottiene da suini allevati con metodo semi estensivo, cosiddetto in "Pien'aria", alimentati con ghiande ed essenze foraggiere che conferiscono caratteristiche organolettiche tipiche. Caratteristico con il piedino di forma allungata con grasso periferico abbastanza evidente

 Il prosciutto viene preparato con le cosce del suino nero dei Nebrodi e sottoposto a un processo di salatura con sale secco in ambiente naturale o termocondizionato secondo la stagione. Segue una fase  di stagionatura. in ambienti naturali costruiti in pietra arenaria e malta di terra (Catoj) idonei per temperatura ed umidità, per un periodo compreso tra 18 e 36 mesi.

Una volta aperto il salume và conservato a temperatura ambiente avvolto in una tela di cotone o in frigo nel reparto frutta in questo caso prima del consumo portarlo fuori il tempo necessario per raggiungere la temperatura ambiente.

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:17
In Italia la pianta fu introdotta dai Romani sul finire dell’impero di Tiberio - tra il 20 ed il 30 d.C. - ad opera di Lucio Vitellio Governatore della Siria (Plinio “Naturalis Historia” Cap. X e XIII): In Sicilia, la coltivazione in forma diffusa, si fa risalire al Periodo della dominazione araba (VIII e IX secolo d.C.). Sono di origine araba i termini “frastuca” e “frastucara” per indicare il frutto e la pianta (termine arabo “fustuq”). La coltura in Sicilia è circoscritta alla provincia di Catania (Bronte, Adrano e Biancavilla). Numerosi autori riportano l’importanza storico-culturale ed economica della produzione del Pistacchio verde di Bronte, citiamo ad esempio, Denis Mack Smith – “A History of Sicily Medieval Sicily 964” - 1713. Quando l’Impero Romano si disintegrò sotto l’impatto delle invasioni barbariche, la Sicilia fu conquistata dagli Arabi. Tra gli invasori si trovavano Berberi della Tunisia, Musulmani, Spagnoli e forse Negri del Sudan. Gli arabi descrivono la Sicilia come “il giardino del paradiso “. Gli arabi in Sicilia, in agricoltura, hanno introdotto la coltivazione dei limoni, delle arance, della canna da zucchero, del cotone, delle palme, del papiro, delle melanzane, del pistacchio, del melone... ecc., nonché l’attitudine all’utilizzazione massimale delle acque e delle tecniche di coltivazione. Ancora oggi il Pistacchio Verde di Bronte caratterizza e tipicizza i dolci siciliani ed in particolare quelli dell’area catanese. Al riguardo si ricordano il famoso gelato di Pistacchio Verde di Bronte, i torroncini, nonché i pasticcini secchi a pasta di Pistacchio Verde di Bronte.

 

Proprietà o periodo di produzione

Pistacchio: ricco di vitamine A e B, omega-6, proteine e sali minerali, combattono l’artrite, la sclerosi multipla, il diabete e le affezioni della pelle. Sono molto energetici e abbassano il colesterolo, ma sono sconsigliati per i sofferenti di colite, ulcere, gastriti e malattie del fegato.

 

Riconoscimenti: Slow food

Percorso Rurale: Oro verde di Bronte

Area di produzione: Bronte, Adrano, Biancavilla

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:15

Tra i monti Erei e la valle del Dittaino, in provincia di Enna, le primavere sono molto piovose e le estati umide. La ricca vegetazione (sulla,veccia, rosmarino e finocchio selvatico oltre a numerose altre piante della macchia mediterranea) che cresce tra i 400 e gli 800 metri sul livello del mare ne fa una delle province siciliane con il maggior numero di allevamenti ovini. Comisana, pinzirita, valle del Belice sono solo alcune delle razze autoctone siciliane allevate tra queste colline.

E, sin dai tempi antichi, dal loro latte unito allo zafferano coltivato nell’area, si ottiene il piacentinu, pecorino, che piace, in dialetto locale. Diversi sono gli aneddoti legati alla sua produzione. La leggenda vuole che Ruggero I, conte di Altavilla, già nell’XI secolo curò la depressione della moglie Adelasia invitando i casari del luogo ad aggiungere un pizzico di zafferano alla preparazione del pecorino.

Prodotto in nove comuni della provincia di Enna, è a pasta compatta e unico nel suo genere: è infatti aromatizzato con zafferano – che conferisce alla pasta il caratterisco colore giallo – e pepe nero in grani – posto in ammollo in acqua calda la sera precedente la produzione. La tecnica di lavorazione, che prevede l’aggiunta di acqua calda alla cagliata, e l’uso attento del sale ne fanno uno dei formaggi meno aggressivi della Sicilia, il “più europeo”.

Dopo una maturazione di circa 60 giorni, ha odore delicato e sapore aromatico e dolciastro dovuto alla presenza dello zafferano.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:20

Produzione locale tradizionale del Comune di Mojo Alcantara, dove si caratterizza per gli elevati standard qualitativi legati al territorio vallivo-alluvionale e pedemontano-etneo.

La tradizione ha consolidato le tecniche di coltivazione e la qualità delle produzioni che ogni anno richiamano migliaia di visitatori all'ormai famosa Sagra delle Pesche di Moio Alcantara.

Particolarmente pregiata la produzione tardivo-settembrina, dove ogni singolo frutto viene racchiuso e protetto in un sacchetto di tessuto-non tessuto, che ne accentua i pregi organolettici legati alla maturazione.

La felice interazione tra ambiente pedoclimatico e genotipo hanno tipicizzato l'unicità delle produzioni locali.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:19

Il pero rappresenta certamente una delle specie frutticole più importanti nel panorama etneo. Relativamente alle cultivar autoctone alcune sono ancora abbastanza diffuse e assai ben note (Ucciardone, Spineddu, etc.), ma la maggior parte sono estremamente sporadiche e, spesso, a rischio scomparsa. Nel complesso sono state sinora individuate 34 varietà autoctone, caratterizzate da un calendario di raccolta molto ampio, da fine primavera a fine autunno e sono presenti in maniera più o meno significativa diverse specie alloctone.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:16

Il Pecorino Siciliano 'u picurinu' è un formaggio prodotto esclusivamente con latte crudo di pecora nel territorio siciliano. Dal gusto leggermente piccante e dall'incantevole profumo. Il suo sapore è caratteristico, l'aroma intenso. Il Pecorino Siciliano DOP rappresenta il formaggio più antico d'Europa. Tutelato già dal 1955 ( GURI n.295 del 22-12-1955 ), diviene nel 1996 prodotto a denominazione di origine protetta.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:15

Base comune a molti dei dolci tradizionali dei Nebrodi, che presentano una sorprendente varietà, è la pasta di mandorle: la si usa, con aggiunta di cioccolato o di frutta o di fichi secchi, anche nel ripieno della pasta reale "coperta", una sorta di raviolone rotondo. Farciti di fichi, noci, pinoli, scorze di arancia e cannella sono i buccellati. Alla categoria dei piccoli dolci secchi appartengono i rametti o ramette, biscotti di mandorle o nocciole bianchi, ricoperti con granella colorata. Le giammelle o giammellotte sono di pasta più morbida, all'uovo, mentre con la pasta del pane si fanno le ciambelle (cuddura) pasquali.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:12

La forma è quella di una pagnotta rotonda, che in siciliano si chiama vastedda, la crosta è dura e color caffè (cosparsa di semi di sesamo), la pasta è morbida e giallo grano. Celebre in tutta la Sicilia, il pane di Castelvetrano è diventato negli anni sempre più raro e ha rischiato addirittura di scomparire per la sua particolarità di essere cotto esclusivamente nei forni a legna e di essere prodotto con grani siciliani macinati a pietra.

Il suo colore deriva dalla materia prima. Si impasta miscelando due farine, quella di grano duro siciliano e quella ricavata da un’antica popolazione di frumento locale, la timiìa, entrambi integrali e moliti con macine a pietra naturali. Ed è proprio grazie alla rarissima timila che il pane di Castelvetrano diventa nero e straordinariamente dolce e gustoso, con profumi intensi e un particolare aroma di tostato. Gli altri ingredienti sono acqua, sale e lievito naturale (lu criscenti, la madre). Prima della cottura l’impasto deve lievitare a lungo.

Ogni fornaio ha un vecchio magazzino ben areato dove far seccare la potatura degli olivi. Le fronde servono per alimentare i forni di pietra. Il fuoco – vivace e brillante – arroventa le pareti e la temperatura, nel punto più alto, raggiunge i 300°C. A fiamme spente si ripulisce accuratamente il forno con una scopa di palma nana (curina) dal manico molto lungo e si inforna il pane, che cuoce lentamente e senza fuoco diretto via via che la temperatura decresce. Quando il forno si è raffreddato, il pane è cotto.

Fresco, ha note tostate nettissime al naso, quasi di malto e di mandorla tostata, che si uniscono al leggero sentore aromatico del legno di olivo al cui fuoco viene cotto.

La tradizione vuole che il pane nero di Castelvetrano appena sfornato e ancora caldo sia diviso in due e conciato con olio extravergine (meglio se della locale Nocellara del Belìce), sale, origano, pomodoro a fette, formaggio tipico della zona (primosale o Vastedda), acciughe o sarde diliscate e basilico. Una colazione o un pasto straordinario.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:11

Sui Nebrodi, come sulle Madonie e in buona parte del resto della Sicilia, il pane tradizionale è fatto almeno in parte con semola rimacinata di grano duro impastata con acqua, sale e - spesso - lievito madre. La forma è rotonda o oblunga e la pezzatura medio-grande, da un minimo di 1 chilo a 1,8, 2 chili. Nei paesi del parco i fornai usano ancora la legna per cuocere il pane, che ha crosta consistente, profumo fragrante e si conserva bene per parecchi giorni.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 09:06

L'olio "Monte Etna" è ottenuto dalla varietà Nocellara etnea per almeno il 65% e da altre varietà presenti nella zona (Moresca, Brandofino, Biancolilla, etc.). Al consumo ha un colore giallo con riflessi verdi, odore fruttato leggero, sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante. L'olio "Monte Etna" è ottenuto dalla varietà Nocellara etnea per almeno il 65% e da altre varietà presenti nella zona (Moresca, Brandofino, Biancolilla, etc.). Al consumo ha un colore giallo con riflessi verdi, odore fruttato leggero, sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante. L'olio extra vergine si ottiene da olive sane, raccolte entro il periodo compreso tra l'invaiatura delle drupe fino alla seconda decade di gennaio, variazione dettata dalla diversa altitudine dei territori di produzione. Dopo la raccolta le olive vengono conservate in recipienti areati fino alla molitura per la quale sono ammessi solo processi meccanici e fisici, al fine di ottenere un olio che sia il più possibile fedele alle caratteristiche peculiari del frutto.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 08:58

L'olio extravergine di oliva a denominazione di origine protetta «Valdemone» è ottenuto dalle varietà di olivo: Santagatese, Ogliarola Messinese e Minuta presenti negli oliveti, da soli o disgiuntamente, nella misura minima del 70%. Le varietà: Mandanici, Nocellara Messinese, Ottobratica, Verdello e Brandofino possono essere variamente presenti fino ad per il restante 30%. La zona di produzione delle olive destinate alla produzione dell'olio extravergine di oliva a denominazione di origine protetta «Valdemone» comprende i territori di tutti i comuni del Parco eccezion fatta per Floresta e parte di Moio Alcantara e Malvagna. L'olivo rappresenta la principale coltura arborea diffusa nel territorio in questione, con impianti prevalentemente di tipo tradizionale, allevati generalmente a globo, vaso globoso o con forma libera che rispettano le caratteristiche vegetative delle singole cultivar. L'olio extra vergine di oliva «Valdemone» all'atto dell'immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche: a) aspetto limpido e leggermente velato; b) colore: da verde con tonalità gialle a giallo oliva; c) fruttato: la sensazione olfattiva mette in risalto il profumo più o meno intenso delle olive appena raccolte accompagnato sempre da sentori di erbe, foglie e fiori di piante spontanee presenti nel corteggio floristico degli oliveti della provincia di Messina; d) sensazioni gustative: al gusto, l'olio ribadisce le percezioni olfattive con una sensazione di olive fresche appena raccolte contrastata, in minor misura, dall'amaro; le sensazioni retro olfattive che accompagnano più o meno nettamente l'olfatto ed il gusto dell'olio Valdemone sono la mandorla, la frutta fresca, il pomodoro, il cardo; e) valore minimo di Panel Test: uguale o maggiore di 7 e comunque nei termini di legge; f) acidità massima: 0,7%; g) Numero di perossidi: uguale o minore al valore di 12 meq O2/Kg.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 08:53

Principale produzione agricola di Motta Camastra con impianti di tipo tradizionale. Alto contenuto di polifenoli e di sali minerali quali manganese, zinco, rame e selenio. E' emerso che il contenuto di polifenoli nell'olio estratto dalle noci di Motta Camastra è compreso fra 55 mg/kg della cv Pacenzia e 86 mg/kg della cv Currò. Il selenio, eccezionalmente alto nelle cultivar locali mottesi (100 volte superiori a quelli riportati in letteratura) è un oligoelemento a spiccate proprietà antiossidanti ed è, pertanto, un grande alleato nella prevenzione di patologie infiammatorie causate da stress ossidativo cellulare (aterosclerosi) e di alcune forme di cancro. Con decreto del 22 luglio 2004 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (pubblicato sulla GURI n.144 del 18/8/2004), la Noce di Motta è stata inserita nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Siciliana.

Molto nota e di forte impatto popolare la Festa della Noce dei primi di ottobre di ogni anno.