Sicily Food

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Scopri gli scorci mozzafiato ed i paesaggi unici del Vulcano più alto d’Europa. Percorri gli affascinanti luoghi dominati dai grifoni e dall’Aquila Reale, all’interno del Parco dei Nebrodi. Immergiti nei luoghi della Sicilia più vera e selvaggia.

eur60.00
Quantità:
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I torrenti sono l’anima della terra. Attraverso le nostre attività di canyoning avrai la possibilità di esplorarne i percorsi più nascosti e scoprire le affascinanti gole scolpite nella roccia. Affronterai, in tutta sicurezza, impetuose cascate e divertienti tuffi in vasche naturali.

eur60.00
Quantità:
Giovedì, 12 Novembre 2015 08:38

   

 

Questa varietà di pistacchio cresce sui terreni accidentati di Bronte e in nessun altra parte d’Europa. E solo qui ha un colore verde smeraldo così brillante e un profumo così intenso, resinoso, grasso.
Avvitato su strade ripide tra l’Etna e i Nebrodi, Bronte vive di pistacchi: c’è chi li coltiva, chi li commercia, chi li trasforma in dolci, creme e salse.
Gli alberi non si concimano, non si irrigano – anche perché di acqua non ce n’è – si trattano pochissimo e si potano un paio di volte, per eliminare i rami secchi e togliere le gemme negli anni “di scarica”. Il pistacchio, infatti, un anno produce e un anno riposa e, durante quest’ultimo, i contadini eliminano le poche gemme spuntate sui rami in modo che la pianta possa immagazzinare tutte le energie per esplodere nella stagione successiva.
Attesa per due anni, la raccolta è il momento decisivo. Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre il paese si svuota: nei loci (nome locale delle pistacchiete) lavorano tutti: donne, vecchi e bambini. La raccolta è complicata, si fa in bilico sui massi di lava, aggrappati ai rami con una mano, mentre con l’altra si staccano i chicchi uno a uno, per farli cadere nella sacca di tela legata al collo. In una giornata di lavoro si raccolgono al massimo 20 chili di pistacchi. Soltanto nei terreni più facili ci si può aiutare sistemando un telone sotto l’albero.
Il pistacchio verde di Bronte non riesce a reggere la concorrenza con i frutti meno saporiti, ma decisamente meno costosi, provenienti dall’Iran, dalla Turchia e dall’America. Così le principali industrie dolciarie e i grandi salumifici italiani – che un tempo acquistavano i pistacchi in Sicilia – si rivolgono alla produzione estera.


Informazioni:

Visita aziendale

Degustazione prodotti dociari

Pranzo in locale convenzionato

Visita alla Ducea di Nelson

 


 

 

Mercoledì, 11 Novembre 2015 16:46

 

 
La produzione delle fragole ha reso Maletto famosa nel mondo: gustare una fragola di Maletto significa fare il pieno di un profumo e di un gusto che solo queste terre riescono ad infondere al rosso e polposo frutto. Maletto è un piccolo comune in provincia di Catania, posto sulle pendici settentrionali dell’Etna tra Bronte, Maniace e Randazzo un territorio ricco di storia , ricco di casali storici di sapori antichi, un territorio suggestivo ,ricco di boschi e di terreni sciarosi, praticamente ancora quasi incontaminato. Dal 1950 in questa terra furono impiantati i primi fragoleti ,in terreni lavici sicuramente molto fertili, tanto fertili che non fu mai necessario dover utilizzare concimi sintetici. Quando poi queste terre iniziarono ad impoverirsi per puro caso furono scoperte diverse sorgenti sotterranee ricche di Sali minerali. Il clima e la terra conferiscono a questi frutti un sapore unico. Gustare una fragola di Maletto oggi significa fare un’esperienza sensoriale il frutto è particolarmente rosso, polposo, profumato e dolce. Tre sono le varietà di fragole coltivate la Fragolina, Fragraria Vesca, molto usata in pasticceria,la Madame moutho una fragola molto grossa e succosa, e la rifiorente che consente ai produttori la raccolta dei frutti, undici mesi all’anno.
 
La piantina di fragola che nasce spontaneamente nei boschi viene trapiantata pieno campo senza altri procedimenti artificiali di maturazione che ne possono alterare le caratteristiche organolettiche .Ciò conferisce alla fragola di Maletto una straordinaria squisitezza e fragranza. Oggi questo prodotto è presente nei mercati ortofrutticoli italiani ed esteri ed è molto ricercato. Gustare una fragola di Maletto significa fare di un gusto che solo queste terre riescono ad infondere al rosso e polposo frutto. Le fragole sono particolarmente ricche di acido ascorbico o vitamina C (ne contengono circa il 50% in più delle arance). Contengono fruttosio, uno zucchero a basso indice glicemico, che mantiene relativamente costante la glicemia e può pertanto essere consumato con moderazione anche dai soggetti diabetici. La fragola ha proprietà nutritive, lassative, diuretiche, battericide, antiuriche, rimineralizzanti e depurative. Contiene un principio attivo, chiamato acido metilsalicilico che esercita un'azione antireumatica (è praticamente lo stesso principio attivo contenuto nell'aspirina). La fragola gode inoltre di una potente azione dissetante e rinfrescante grazie al suo elevato contenuto in acqua.
 

Informazioni:

Visita aziendale

Degustazione prodotti dociari

Pranzo in locale convenzionato

Visita alla Ducea di Nelson

 

Proprietà o periodo di produzione:

 

Le fragole sono particolarmente ricche di acido ascorbico o vitamina C (ne contengono circa il 50% in più delle arance). Contengono fruttosio, uno zucchero a basso indice glicemico, che mantiene relativamente costante la glicemia e può pertanto essere consumato con moderazione anche dai soggetti diabetici. La fragola ha proprietà nutritive, lassative, diuretiche, battericide, antiuriche, rimineralizzanti e depurative. Contiene un principio attivo, chiamato acido metilsalicilico che esercita un'azione antireumatica (è praticamente lo stesso principio attivo contenuto nell'aspirina). La fragola gode inoltre di una potente azione dissetante e rinfrescante grazie al suo elevato contenuto in acqua.

 

Riconoscimenti: PAT

Area di produzione: Maletto

Percorso Rurale: Fragole e fragoline

Mercoledì, 04 Novembre 2015 13:45

In Sicilia, ai piedi del vulcano Etna, Zafferana Etnea è la patria del miele. Inizia qui nel 1979 la storia di Terre di Miele. L’attività nasce dalla passione e dai sacrifici di papà Alfio e mamma Nelly, che decidono nel 1979 di acquistare i primi alveari iniziando un’attività da semi-professionista. Il sogno era quello di costruire un’azienda professionale lavorando con estrema passione e dedizione, trasmettendo cosi nel corso degli anni la loro passione ai figli Giuseppe e Salvatore, appassionati sin da piccoli alla professione dei genitori. Il 2006 è l’anno del grande salto di qualità: l’ampliamento del magazzino, l’acquisto di nuove arnie, di attrezzature automatiche e semi-automatiche per migliorare la qualità e la lavorazione, conservando le stesse procedure adottate in passato, ponendo come priorità sempre e solo la qualità, la genuinità e la bontà del prodotto. 

 

Mercoledì, 04 Novembre 2015 10:47

L’azienda agricola/turismo rurale si ispira all’esperienza medioevale degli speziali che ponevano al centro delle loro attività la ricerca degli effetti terapeutici delle piante e dei relativi principi attivi. Tale concezione si integra oggi al concetto più ampio dei cibi funzionali (functional foods) e dei loro effetti nutraceutici tesi alla prevenzione e cura di diverse patologie umane. L’esperienza aziendale si ispira dunque alla filosofi a di vita di Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”. L’ordinamento colturale aziendale è dominato dal nocciolo (Corylus avellana), con integrazioni di castagno, e si estende su circa 5,5 ha. Tranne per l’area dedicata agli ortaggi di stagione le altre specie fruttifere, officinali ed i frutti di bosco sono consociate in alcuni appezzamenti con il nocciolo. Particolare attenzione è stata posta sulle piante spontanee di interesse alimentare e officinale diffuse nel Parco dell’Etna in parte presenti in azienda anche se diverse specie sono state introdotte in azienda. Una parte dell’azienda prossima al fabbricato è stata destinata all’allevamento di animali da bassa corte, capre girgentane e asini ragusani. Il prodotto di punta è il cavolo nero.

www.lortodeisemplici.it

 menù

eur5.00
Quantità:
Martedì, 03 Novembre 2015 11:15

Domeniche del gusto

 

Giornata dedicata alle famiglie anche con bambini,  ai prodotti tipici ed alle aziende comprendono:

 

Visita in azienda o escursione naturalistica

Pranzo in locale convenzionato

Seminario o altro

 

Itinerari tematici:

Asini e latte

Piante officinali e prodotti dell’orto

Alla scoperta del “cavolo Trunzo di Aci

Api e Miele

Pasta di casa

Mele d’Etna

Fragole e fragoline

Oro verde di bronte

Arance rosse che passione

Scarica il materiale informativo

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 14:15

Il Nero è un maiale di taglia piccola e mantello scuro, molto simile al cinghiale, che vive nei boschi dei Nebrodi ed è allevato allo stato semibrado in ampie zone adibite a pascolo: solo in concomitanza con i parti si ricorre all'integrazione alimentare. Frugale e resistente, questa razza negli ultimi anni ha visto ridursi il numero dei capi (stimabile attualmente in due mila). 

La sua estinzione costituirebbe una grave perdita per il patrimonio genetico, per l'economia locale e per il piacere gastronomico, perché il Nero dei Nebrodi dà carni di alta qualità. I tagli sono consumati freschi o trasformati - il periodo di commercializzazione va da ottobre ad aprile - in salami, prosciutti, capocolli e pancetta. Sagre dedicate a questo suino si tengono ogni anno a Maniace, Caronia, Longi e a Cesarò.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:47

Sul massiccio etneo la vite ricopre un ruolo di primo piano. L'"Homo Etneus" ha valorizzato un suolo aspro e selvaggio. Imponenti opere di terrazzamenti, muri paraterra a secco, mitici palmenti, opere d'arte di architettura rurale uniche al mondo per diffusione e spettacolarità che hanno valso l'inserimento dell'Etna nella lista del patrimonio mondiale UNESCO. Viticoltura diversa quella etnea, per originalità dell'ambiente pedo-climatico e per la peculiarità e l'eccellenza dei vini prodotti. Caratteri chimici e sensoriali particolari dovuti ai vitigni autoctoni Nerello Mascalese e Carricante.

Colore rosso rubino che con l'invecchiamento assume leggeri riflessi di granato. Odore vinoso con profumo intenso caratteristico; sapore secco, robusto, pieno, armonico, dotato di tannini e di acidità fissa che evoca l'asprezza del paesaggio etneo e il colore scuro della sabbia vulcanica. Sono idonei alla maturazione in botti di legno, dove sviluppano insospettabili profumi.

Il rosato, più gentile, colore rubino, fruttato, secco, odore di mosto in fermentazione;

il bianco, giallo paglierino, con riflessi dorati, profumo delicato della cultivar Carricante (autoctona), coltivata da tempo immemorabile.

Il disciplinare è annesso al decreto di riconoscimento del Presidente della Repubblica dell'11/8/1968. La "Strada del Vino dell'Etna" voluta e progettata dalla Provincia Regionale di Catania, consente ai visitatori enoturisti di seguire un percorso evocativo che si snoda lungo il massiccio etneo, soffermandosi nei vigneti e nelle cantine delle contrade più prestigiose. La Strada del Vino dell'Etna (www.stradadelvinodelletna.it) occupa il settimo posto nella graduatoria nazionale delle "Strade del Vino" (V rapporto Citta del Vino/Censis presentato a cura dell'Associazione Nazionale Città del Vino) e rappresenta una eccellenza da segnalare e far visitare come Un'"Isola nell'Isola".

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:35

La Ricotta salata nasce per essere conservata più a lungo di quella fresca. Si produce lasciando flocculare le proteine e le albumine presenti nel siero di latte attraverso la loro denaturazione: il siero viene portato ad una temperatura vicina agli 85 °C in grandi contenitori semisferici, chiamati "doppifondi", dove le sieroproteine tendono a raggrumarsi in fiocchi ("flocculare") ed a venire quindi in superficie, per poi venire raccolte ed inserite nelle apposite fuscelle.

 

Successivamente la ricotta appena prodotta, viene lasciata sgrondare per qualche giorno prima di essere salata. La salatura avviene quasi esclusivamente a mano con del sale marino grosso. Dopo una stagionatura di qualche giorno (mediamente da un minimo di 10 fino ad un massimo di 30) la ricotta secca è pronta per il consumo.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:34

La ricotta è un latticino diffuso in tutta la Sicilia, dove viene utilizzata in infinite preparazioni gastronomiche. Ma sui Nebrodi vive una sorta di tripudio di biodiversità. Qui infatti è prodotta ancora come ai tempi di Omero, utilizzando come innesto il lattice di fico. Il casaro ha i suoi alberi di riferimento da cui stacca i rametti che immerge direttamente nel siero o che diluisce in un decotto di acqua bollente che poi travaserà nella caldaia. La tecnica è piuttosto complicata, in quanto l'efficacia del lattice è condizionata dal clima, dalla stagione, dal vigore vegetativo dell'albero: per cui il casaro ogni giorno deve decidere quantità di lattice e tempo di reazione. è certo però che con questa tecnica si ottengono ricotte assolutamente pure, molto personali (variano a seconda della mano del casaro) e che non hanno retrogusto di limone o acido o minerale. Tutto al più un piacevolissimo aroma erbaceo. Ma la variabilità non dipende solo dal lattice di fico: si fanno ricotte vaccine, pecorine e miste. Inoltre si fanno senza sale, da consumarsi fresche soprattutto in cucina o in pasticceria, oppure salate fresche e ancora salate destinate alla stagionatura, che diventeranno dure, quasi granitiche, buone da grattugiare sulla pasta. Sui Nebrodi si produce anche ricotta infornata - la particolare tecnica di cottura della ricotta - sia tenera e dolce, sia salata e destinata a un prolungato affinamento.

 

Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:26

E' un tradizionale caciocavallo siciliano prodotto artigianalmente dai casari dei Monti Nebrodi, che si tramandano la tecnica di caseificazione di padre in figlio. Normalmente è di piccole dimensioni (da 1 a 1,5 chili), anche se alcuni produttori scelgono pezzature superiori, più idonee per stagionature prolungate. La forma è ovoidale, con la classica testina dei caciocavalli (utilizzata per legare le forme e appenderle). 

Si produce con latte vaccino coagulato con caglio di agnello o di capretto e poi filato gettando acqua calda sulla massa. Prima della filatura la pasta è manipolata a lungo: una tecnica simile a quella usata per impastare il pane, grazie alla quale il formaggio tende a sfogliarsi in bocca. Le forme hanno buccia liscia, lucida, di colore paglierino ambrato. Il sapore varia dal dolce al piccantino, con il progredire della stagionatura. è un ottimo formaggio da tavola, ma è anche utilizzato come ingrediente in alcuni piatti tipici. Particolari forme artistiche-artigianali sono espresse nei cosiddetti "caci figurati" buoni da mangiare ma anche belli da vedere.